Vudò'm al sachi

 

Produzione 2001

VISITA AI PARENTI
Di Aldo Nicolaj da un'idea di Wlter Manfré

 

Regia: Daniela Mammi


Personaggi ed interpreti:
La Regina • Maria Elena Manzini
L’uomo del sud • Danny Davoli
La saponificatrice • Chiara Incerti
Il signore solidale • Luca Bellei
La clausola • Rina Mareggini
L’uomo che amava le donne • Mario Stefanini

 

 

 
 

 

Lo spettatore-visitatore viene portato ad immettersi in un “camminamento” sociale ed umano ricco e poliedrico, dove lo spazio e le storie dei personaggi costringono a rispecchiarsi in un mondo che riguarda ognuno di noi. Per mezzo di un itinerario di ironica follia, creato della penna talora visionaria di Nicolaj con una profonda radice nel reale, i personaggi vengono trasferiti in un luogo di contenzione dove essi, quasi “dannati in gironi danteschi”, ripetono a vita la loro storia a chiunque venga a trovarli: ai loro parenti, forse. Sussurrandola, non recitandola; vivendola, non interpretandola. Storie vere, molto spesso, di cui le cronache ci hanno parlato. Storie amare o tragiche nella loro realtà, che diventano, attraverso il filtro dell’autore, umoristiche o comiche, per ridiventare suggestive o agghiaccianti. In sintesi, quindi Aldo Nicolaj, attendo osservatore della vita “comune”, ne ritrae aspetti significativi presentandoli in una forma grottesca che mette in luce il lato divertente della tragedia umana, singola o collettiva; almeno per chi osserva.

 Vittorio Capotorto

 

Aldo Nicolaj è nato in Piemonte nel 1920. I suoi in Letteratura all’Università di Torino sono stati interrotti dalla guerra e dalla sua deportazione durata due anni in campi di concentramento in Germania. Alla fine degli anni quaranta vince il suo primo premio teatrale al Concorso Sipario Bompiani. Nel ’50 lascia l’Italia e dopo un soggiorno in Colombia diventa direttore dell’Istituto di Cultura in Guatemala. Nel ’55 rientra in Italia e negli anni successivi vince diversi premi teatrali. Nel 1957 entra alla Rai come sceneggiatore-produttore. Oggi l’autore continua a scrivere per il teatro con temi che esaltano la solitudine, nella quale l’uomo si è confinato a favore del consumismo più sfrenato.