Trappola per topi

 

Produzione 2000

PARTITA DOPPIA
azione scenica in un atto da "Lutero" di John Osborne

Riduzione ed adattamento: Silvano Morini
Regia Scene e Costumi: Silvano Morini
Musiche: Luca di Mira
Scenotecnico: Franco Grasselli


Personaggi ed interpreti:
Voce di vecchio: Aureliano Marchi
Martina: Chiara Incerti
Hans: Pasquale Accardo
Lucas: Pierangelo Carrara
Weinand:
Carlotta Guidetti
Tetzel: Lauro Margini
Staupitz:
Luca Bellei
Gaetano:
Rina Mareggini
Eck: Simone Piccinini

 

 

 

Liberissima interpretazione di "Lutero", testo teatrale di John Osborne, "Partita Doppia" è uno spettacolo o meglio un'azione scenica, che si sviluppa in un susseguirsi di "contrapposizioni" e "confronti" tra il personaggio principale e i suoi comprimari. La figura di Martin Lutero e gli avvenimenti originati dal suo pensiero, sono un pretesto per riproporre una serie di "scontri" e "conflitti" (tra persone, indifferentemente uomini o donne), che ancora oggi sono attualissimi: "scontri" tra generazioni, "scontri" tra poteri opposti ed equivalenti, "scontri" tra subdolo opportunismo e coscienza, tra menzogna e "verità". È una testimonianza (sostenuta dagli avvenimenti storici), sulla "debolezza umana" di chi, esercitando e gestendo il potere (sia politico, che religioso, che culturale), non oppone alcuna resistenza alla propria degenerazione, ma anche sul coraggio delle idee e su come sostenerle con tutte le proprie forze. E infine è uno specchio (da guardare con curiosità), in cui, osservando virtù e debolezze estreme, si possono anche scorgere le sollecitazioni per "risvegliare" la capacità, di ognuno, di "ascoltare", "confrontare" e "giudicare".       

 

John Osborne: attore e autore drammatico, nasce a Londra nel 1929. Si affermò come autore nel 1959 con "Ricorda con rabbia" che ha come protagonista un giovane intelettuale di estrazione proletaria incapace di conciliarsi con la sostanza e con le forme della società borghese. Il teatro di Osborne non si può dire di protesta ma piuttosto di rivolta individuale. Suo obiettivo dichiarato è far leva sul sentimento: "voglio insegnare a sentire, per pensare c'è tempo dopo." Lutero viene scelto da Osborne come ribelle, come personaggio segnatamente polemico e anticonformista. Lo scrittore si sforza, secondo la tecnica epica, di mantenere un certo distacco dal suo personaggio e quindi dalla vicenda. Si tratta comunque di un distacco leggermente ambiguo che non impedisce allo spettatore di avvertire in Osborne ora l'adesione all'eroe, ora il rifiuto, intinto a momenti anche di beffarda irriverenza. Buona parte della polemica e della provocazione nei confronti del pubblico "benpensante" è affidata al linguaggio: qui composto da un intreccio di solennità e sontuosità liturgica e di spregiudicatezza brutale, talora addirittura scatologica. "Lutero" è stato rappresentato per la prima volta il 26 Giugno 1962 a Nottigham.